Aiuola 3

Coriandrum sativum L. - Coriandolo

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Apiales

Famiglia

Apiaceae

In italiano il termine coriandolo indica principalmente il minuscolo pezzettino di carta colorata carnevalesco. Tuttavia è anche il nome di una pianta. Difatti nel Rinascimento, i semi di coriandolo ricoperti di zucchero svolgevano la funzione di confetti. Ci si lanciavano addosso durante il carnevale e ai matrimoni. Successivamente i semi di coriandolo sono stati sostituiti dagli attuali pezzetti di carta, che hanno mantenuto però il nome originario.

La pianta appartiene alla famiglia delle Ombrelliferae ed è originaria dell’areale mediterraneo. I fiori sono bianchi e sono riuniti in infiorescenze a ombrella, mentre i frutti sono diacheni aromatici. Si usano i frutti che maturano in giugno-luglio.

Del coriandolo sono utilizzate sia le foglie, più piccanti e apprezzate soprattutto in Oriente (per questo è conosciuto anche come prezzemolo cinese). Il coriandolo è carminativo, antispasmodico e stomachico, è quindi un buon rimedio naturale contro coliche addominali, difficoltà digestive e gonfiore. Il coriandolo –sia al pianta che i frutti – contiene fino al 2% di oli essenziali, costituiti principalmente da linololo (45-85%) a cui deve la maggior parte delle sue proprietà e limonene (1-4%), ed è inoltre ricco di flavonoidi, potenti antiossidanti. Il coriandolo, col suo aroma delicato, può essere aggiunto in molte preparazioni gastronomiche senza coprire il gusto delle pietanze.

 

Verbascum thapsum L. – Tasso barbasso

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Scrophulariales

Famiglia

Scrophulariaceae

Il tasso barbasso è una specie spontanea dell’areale mediterraneo, con splendide fioriture estive e foglie ricoperte di peli, che le conferiscono un aspetto vellutato. Infatti, è spesso chiamata “pianta di velluto” per la sofficità delle foglie, che ricorda le vellutate orecchie di un coniglio, ma anche “candela del re” (in Germania) perché al tempo dei Romani il suo alto fusto secco veniva usato come torcia.

Il tasso barbasso è stato usato tradizionalmente come pianta medicinale in molti paesi in tutto il mondo, e le sue proprietà sono oggi sostenute da evidenze scientifiche. La parte aerea della pianta contiene principi biologicamente attivi, come cumarina ed esperidina. E’ usata come espettorante, analgesico, antistaminico, anti-infiammatorio, antitumorale, antiossidante, antivirale, battericida, cardio-depressivo, estrogenico, fungicida, ipnotico, sedativo e pesticida. L’olio di tasso barbasso è un potente antimicrobico. L’intera pianta possiede inoltre proprietà leggermente sedative e narcotiche.

 

  

Hypericum perforatum L. – Erba di San Giovanni

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Malpighiales

Famiglia

Hypericaceae

La pianta è conosciuta con il nome tradizionale di cacciadiavoli e scacciadiavoli. Infatti, fin dall'antichità, veniva raccolto e portato addosso e appeso fuori dalle case per scopi magici, in particolare per essere protetti dalle streghe e dalle possessioni diaboliche. Ancora oggi, alcune credenze tradizionali attribuiscono alla protezione la capacità di proteggere persone e oggetti dal male-

E’ una pianta con fusto eretto percorso da due strisce longitudinali in rilievo. Le foglie sono opposte oblunghe. I fiori giallo oro hanno 5 petali delicati e sono riuniti in corimbi.

L’iperico ha diverse proprietà terapeutiche nei disturbi del sistema nervoso, depressione, stanchezza e letargia; nevralgie, nevriti infiammazioni del nervo sciatico, dolore di qualsiasi natura e in ogni sede, in particolare quelli provocati da traumi, lombalgia, dismenorrea, alluce valgo, ferite di ogni tipo, unghie incarnite, problemi alla pelle, ustioni, dermatiti, eritemi, herpes, disturbi all’apparato respiratorio, tosse, asma, disturbi dell’apparato digerente, gonfiore, nausea, vomito, diarrea, stipsi, disturbi all’apparato cardiovascolare, palpitazioni, emorroidi.

 

Sonchus asper (L.) Hill. – Grespino spinoso

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Asterales

Famiglia

Asteraceae

Gli inglesi hanno dato ai grespini il nome di sow-thistles, cioè “cardi di scrofa”, perché particolarmente amati dai maiali.

Sonchus asper (L.) Hill, il grespino spinoso, appartenente alla famiglia delle Asteraceae ed è una pianta molto comune che ha origine in Asia - Europa. La parte aerea del fusto è robusta, cava e poco ramosa ma con rami per lo più allargati. Nella parte alta le foglie caulinari sono numerose. Le foglie sono simili a quelli dei cardi, spesse e spinose, di colore verde tendente al bluastro (di sopra sono lucide). I fiori sono tutti del tipo ligulato, sono tetra-ciclici e pentameri, raccolti in infiorescenze a capolino. Il frutto è un achenio con pappo.

Questa pianta è impiegata in erboristeria per le sue proprietà depurative, diuretiche, disintossicanti e soprattutto per la sua azione coleretica (stimolante la bile).

Le foglie tenere possono essere adoperate per la preparazione di insalate oppure cotte nella preparazione di minestre e zuppe.

 

Malva sylvestris L. - Malva

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Malvales

Famiglia

Malvaceae

La Malva sin dai tempi antichi viene considerata una pianta dalle innumerevoli qualità curative. Nel 1500 veniva definita come omnimorba che tradotto significa rimedio valido per tutti i mali e anche nel presente è tra le piante più adoperate in erboristeria.

È una pianta erbacea annuale, biennale o perenne. Ha un fusto eretto o prostrato. Le foglie sono palminervie con margine irregolarmente seghettato. I fiori sono di colore rosaceo con striature scure. Il frutto è un poliachenio circolare.

I principi attivi si trovano nei fiori e nelle foglie che sono ricchi di mucillagini; contiene anche potassio, ossalato di calcio, vitamine e pectina. In cucina si usano i germogli, i fiori freschi o le foglioline. Utilizzata come verdura, può regolare le funzioni intestinali grazie alle mucillagini che si gonfiano e premono delicatamente sulle pareti dell'intestino, stimolandone la contrazione e quindi agevolandone lo svuotamento.

Le parti aeree della pianta e le radici possono essere adoperate per le loro proprietà emollienti, lenitive ed antinfiammatorie cutanee, espettoranti, antispasmodiche e blandamente lassative.

 

Silybum marianum L. – Caro mariano

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Asterales

Famiglia

Asteraceae

Il Cardo mariano è nominato già nella Bibbia come pianta medicinale, e anche Teofrasto e Plinio il Vecchio lo descrivono e ne parlano in relazione ai benefici che esercita sulla secrezione biliare. Nel Medioevo il Cardo mariano fu coltivato nei monasteri e questo fatto ne facilitò la diffusione, che continuò poi nei secoli successivi ad opera di vari studiosi.

Il Cardo mariano presenta foglie pennatifide, con margine ondulato e lanceolato-lobato; i lobi sono triangolari terminanti con robuste spine. I fiori, raccolti in infiorescenze a capolino, sono tubulosi. I frutti sono degli acheni oblunghi, più stretti alla base e compressi lateralmente.

I semi e le parti aeree possiedono proprietà validate dalla ricerca clinica come epatoprotettore e depurativo, utile nei disturbi epatici sia acuti che cronici e nelle intossicazioni alimentari.

 

Dipsacus fullonum L. - Cardo dei lanaioli 

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Dipsacales

Famiglia

Dipsacaceae

Il cardo dei lanaioli è stato utilizzato nella lavorazione della lana fin dai tempi più antichi della civiltà egiziana; ne fa menzione anche Carlo Magno nei Capitolari (812 d.C.), raccomandando la coltivazione dei "cardones" nell'orto, accanto alle altre colture per la "familia". Alle congregazioni religiose, molto probabilmente si deve l'opera di selezione e di introduzione della coltivazione nei terreni incolti in Francia.

Possiede foglie basali in rosetta oblungo-subovali, con spine sulla nervatura centrale. I fiori biancastri o color malva, sono riuniti in capolini ovali, avvolti da brattee lineari spinose e più lunghe dei fiori.