Aiuola 11

Rosa centifolia L.- Rosa

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Rosales

Famiglia

Rosaceae

La rosa appartiene alla, famiglia delle Rosaceae e si può coltivare in vaso, in piena terra oppure in serra. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle zone del Mediterraneo dove cresce spontanea fino a mille metri.

L'industria profumeria, attraverso una prima distillazione, estrae dai petali un noto tonico per la pelle (acqua di rose) e dalla seconda distillazione l'olio essenziale che entra nella composizione, per esempio, di creme antirughe; è adatto in particolare per le pelli secche, infiammate, sensibili o contro le allergie della cute. Inoltre i boccioli, seccati e conservati opportunamente, servono come profumi per la casa. Dopo la fecondazione tutto il ricettacolo si ingrossa per dare un falso frutto dal colore generalmente vivace, giallo, arancio o rosso, che può essere mangiato o adoperato per la preparazione di confetture.

Il mito

Adone era un bellissimo giovane, di cui erano innamorate sia Afrodite che Persefone. Per risolvere la contesa le due dee si rivolsero a Zeus che ordinò che l’anno si dividesse in tre parti: per un terzo Adone stava da solo e i due restanti rispettivamente con le due contendenti. Afrodite grazie a un amuleto trovò il modo di trascorrere più tempo del dovuto con Adone, ma Persefone lo scoprì e avvertì Ares, amante di Afrodite, che si trasformò in cinghiale e uccise il bell’Adone. Afrodite, che era innamorata di lui, corse in suo soccorso ma nel farlo si ferì a causa di alcuni rovi. Dal sangue fuoriuscito dalle sue ferite nacquero delle rose rosse.

La dea non poté far nulla per salvare il giovane, ma Zeus, impietosito dal suo dolore, permise ad Adone di passare solo 4 mesi l’anno nel regno dei morti, 4 mesi li avrebbe potuti passare nel regno dei vivi e 4 mesi in un luogo a sua scelta.

Simbologia: la rosa, per il suo rapporto con il sangue versato, appare spesso come il simbolo della rinascita mjstica: “È necessario - dice Mircea Eliade – che la vita umana si consumi completamente per esaurire tutte le possibilità di creazione o di manifestazione; se essa è interrotta bruscamente da una morte violenta, tenta di prolungarsi sotto un’altra forma: pianta, fiore, frutto”.