Aiuola 10
Calendula officinalis L. - Calendula
Dominio |
Eukaryota |
Regno |
Plantae |
Divisione |
Magnoliophyta |
Classe |
Magnoliopsida |
Ordine |
Asterales |
Famiglia |
Asteraceae |
La calendula è una pianta annuale presente allo stato spontaneo in tutta la zona del bacino del Mediterraneo e può raggiungere i 600 metri d’altitudine se l’esposizione è favorevole. Allo stato spontaneo raggiunge anche 80 cm di altezza, mentre in coltura non supera i 30-60 cm. È una specie polimorfa, spesso molto ramificata con fusti striati e robusti, in genere caratterizzati da una folta peluria. La radice è di tipo fittonante, anche se non molto profonda (circa 20 cm). Le foglie sono alterne e sessili, arrotondate o acute, generalmente pubescenti. Quelle inferiori sono più tozze e disposte a rosetta mentre le superiori risultano più lanceolate.
Le infiorescezne (capolini di 3-7 cm di diametro) presentano un colore che va dall’arancione al giallo pallido fin quasi al bianco e sono raccolti nel periodo che va da giugno a novembre.
Simbologia: l’etimologia del nome calendula deriva dalla parola latina calandae, che indica il primo giorno del mese, quando fiorisce. Scrittori e poeti erano soliti indicare la calendula come la pianta dai fiori d’oro e la associavano al sentimento del dolore. Sia per i greci sia per i latini il fatto che i suoi fiori si aprissero al mattino per poi richiudersi al tramonto era considerato come un simbolo di sottomissione e dolore per la scomparsa del sole.