Aiuola 2

Melissa officinalis L. - Melissa

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Lamiales

Famiglia

Lamiaceae

Un simbolo del Divino, nell’antica Grecia l’appellativo ”Melissa” veniva usato per quelle donne considerate particolarmente sagge e ricche di virtù; anche le Sacerdotesse dei misteri di Eleusi e di Efeso venivano chiamate Melisse.

La melissa ha radici rizomatose, da cui dipartono numerosi fusti eretti di sezione quadrangolare. Le foglie sono di colore verde intenso. La melissa cresce spontanea nei prati e nelle bordure di campagna, ma, partendo dal seme, può essere agevolmente coltivata in vaso sul balcone, oppure in giardino. Essa è ombrofila e igrofila.

La pianta è ricca di olio essenziale, ossia una sostanza odorosa, oleosa e volatile che ha molte proprietà. Contiene inoltre acido rosmarinico e flavonoidi, entrambi considerati degli antiossidanti naturali. L’olio essenziale di melissa viene utilizzato per uso esterno, per le sue proprietà astringenti e cicatrizzanti. Con l’olio essenziale si praticano inoltre massaggi e frizioni, in particolar modo per alleviare stati reumatici, nevralgie e cefalee.

Rosmarinus officinalis L. - Rosmarino

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Lamiales

Famiglia

Lamiaceae

Il rosmarino è una pianta strettamente legata al mare visto che cresce spontanea sulle scogliere che si affacciano sul Mediterraneo infatti il suo nome nasconde un aneddoto affascinante: deriva dal latino 'ros marinus' e significa 'rugiada marina'. Possiede fusti legnosi di colore marrone chiaro, prostrati ascendenti o eretti. Le foglie, persistenti e coriacee. I fiori ermafroditi sono sessili e piccoli. I frutti sono tetracheni.

Il rosmarino contiene l'acido rosmarinico, flavonoidi e acidi che hanno proprietà antiossidanti, depurative, antispastiche. Grazie alla presenza di olio essenziale, ha anche azione antibatterica e antisettica. Inoltre può essere utilizzato per aromatizzare molti cibi assieme ad aglio e olio d’oliva.

Lavandula officinalis Chaix – Lavanda officinale

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Lamiales

Famiglia

Lamiaceae

La lavanda fu pianta preziosa per gli antichi romani che mettevano mazzetti di fiori nell'acqua dei bagni termali e già allora veniva utilizzata come base per raffinati profumi e nella preparazione di decotti e infusi usati per la bellezza della pelle e dei capelli.

E’ una specie molto rustica, che ben si adatta alle diverse situazioni climatiche, ed è originaria dei Paesi del Mediterraneo. I rami sono quadrangolari provvisti di foglie lineari di colore grigio-verde. Le foglie sono persistenti, opposte, lineari o lineari-lanceolate. Il frutto è costituito da quattro acheni allungati, di colore bruno e lucenti, posti alla base del calice persistente. I fiori hanno un calice tubulare, tomentoso e di colore viola-bluastro, terminato da cinque denti piccoli e ottusi.

Essi vengono utilizzati in fitoterapia perché contengono un olio essenziale, tannini, acido ursolico, flavonoidi e sostanze amare. Questi principi attivi conferiscono alla pianta azione sedativa del sistema nervoso centrale, utile in caso di ansia, agitazione, nervosismo, mal di testa e stress e insonnia.

  

Lippia citriodora (Lam.) Kunth - Cedrina

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Lamiales

Famiglia

Verbenaceae

Alla cedrina venne dato Il nome Erba Luigia, in omaggio a Maria Luisa di Parma, moglie di Carlo IV di Spagna, vissuta tra il 1700 e il 1800. Da quel momento si dice, si sia iniziato ad utilizzare la pianta sotto forma di un profumo che è ancora ampiamente usato in miscele formulate anche oggigiorno, in marche famose. L'epiteto specifico ‘citrodora’ deriva dal latino e significa dal profumo di limone.

La cedrina è una pianta originaria del Sud America. I fiori, riuniti in spighe ascellari, sono piccoli e di colore bianco – viola con forma tubulosa. La corolla è bilabiata con il labbro superiore a due lobi, mentre quello inferiore è trifido. I frutti sono drupe, contenenti piccoli semi nerastri fertili che possono essere utilizzati per la produzione di nuove piante. Le foglie hanno forma lanceolata; sono sessili e sono inserite sui fusti in verticilli di tre o quattro ciascuno.

Le proprietà più importanti della cedrina sono essenzialmente quella aromatizzante, digestiva e antispasmodica. La cedrina è adoperata in medicina come stimolante dell'appetito, digestiva, carminativa (cioè in grado di espellere i gas intestinali). Per uso esterno, i suoi estratti dimostrato azione dermopurifiicante.

 

Artemisia absinthium L. – Assenzio maggiore

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Asterales

Famiglia

Asteraceae

Il nome Artemisia absinthium, l’assenzio maggiore, deriva dal termine greco apsìnthion (di etimologia ignota) e da quello latino absinthium, che può essere tradotto come “pianta senza diletto”, proprio a causa dello sgradevole sapore (amaro) in ciascuna delle sue parti. L'assenzio maggiore faceva parte dei rimedi terapeutici già dai tempi degli antichi egizi; è presente infatti in iscrizioni che risalgono al 1600 a.C. che lo consigliano come tonico, antidolorifico e rimedio alla febbre. L’assenzio maggiore è uno degli ingredienti base nella distillazione dell'assenzio insieme ad anice e finocchio, inoltre è stato da sempre considerato una pianta dalle virtù terapeutiche.

L’habitat ottimale è rappresentato dai caratteristici paesaggi montani di Asia, Europa ed America del Nord. Le foglie dal colore verde, reso però grigiastro (o anche bianco-tomentoso) dalla presenza di una peluria bianca che le ricopre, emanano un profumo piuttosto forte ed hanno un sapore amaro.

Tra i principi attivi del fitocomplesso ritroviamo absintina (lattone sesquiterpenico), flavoni, olio essenziale (che contiene tujone e tujolo, sostanze dall’elevata tossicità che agiscono a livello del Sistema Nervoso Centrale), acido ascorbico, tannini. Le principali proprietà dell’assenzio sono coleretiche, colagoghe (favoriscono la secrezione biliare), eupeptiche (facilitano la digestione), emmenagoghe (favoriscono e regolano il flusso mestruale), febbrifughe, vermifughe.

È il principale ingrediente nella preparazione del distillato che veniva usato in particolare da artisti europei ed americani e che fu poi bandito nel XIX secolo a causa dei sospetti gravi problemi d'assuefazione che causava questa bevanda; in realtà l'assuefazione era semplicemente dovuta all'elevato tasso alcolico del liquore, più che ai tujoni. L'assenzio viene prodotto ancora oggi ma con minori quantità di tujone. Viene anche usato nel classico tè Marocchino al posto della menta.

 

Salvia officinalis L. - Salvia

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Lamiales

Famiglia

Lamiaceae

La Salvia veniva usata nelle antiche medicine egiziane, greche e romane con diversi scopi: per la fertilità, per ridurre il flusso mestruale e fermare l'emorragia delle ferite, per ridurre le vampate di calore in menopausa, per la pulizia di ulcere e piaghe, in caso di tosse e mal di gola, per potenziare la memoria. Di qui il suo nome, che deriva dal latino salvus, che significa appunto salvo, sano.

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetraciclici e pentameri. Le foglie sono caratterizzate dalla forma ovale allungata e soprattutto dalla leggera peluria che le ricopre, conferendo anche un color verde tendente al bianco grigio. Il frutto è un tetrachenio (composto da quattro nucule) di forma è più o meno ovoidale. I semi, di colore marrone scuro, sono sprovvisti di endosperma e sono piccolissimi.

La salvia è nota per molte proprietà: carminative, antispasmodiche, antisettiche, astringenti e antisudorifere, che riducono cioè la sudorazione eccessiva. La pianta contiene olio essenziale. I principi attivi della salvia sono: olio essenziale (contenente tujone, cineolo, borneolo, linalolo, β-terpineolo e β-cariofillene) con proprietà antisettiche, la salvina e la picrosalvina (principi amari che agiscono sull'apparato gastro-intestinale), l'acido carnosico (diterpenoide antiossidante ed anti-infiammatorio), triterpeni come amirina, betulina, acido crategolico ed acido 3-idrossi-ursolico, acidi fenolici (acido caffeico, acido rosmarinico, acido clorogenico ed acido ferulico) che stimolano la cistifellea, flavonoidi (luteolina, salvigenina, genkwanina, cirsimaritina ed ispidulina), con azione antiossidante ed estrogenica.

 

Matricaria chamomilla L. – Camomilla comune

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Asterales

Famiglia

Asteraceae

Una leggenda, che si raccontava all’inizio del secolo in Piemonte, diceva che la Madonna, San Giuseppe e il piccolo Gesù, fuggendo per il deserto per sottrarsi ai soldati di Erode, giunsero in una piccola oasi con una pozza d’acqua e una pianticella con fiorellini simili a margherite. La Madonna, particolarmente tesa e nervosa, spossata dal caldo si accingeva a bere quell’acqua quando Gesù Bambino fece un cenno al quale obbedirono alcuni capolini di camomilla staccandosi dallo stelo e cadendo nella ciotola della Madre. Grazie ad essi la bevanda calmò la Madonna e Gesù la benedisse dicendo: “Da ora in poi calmerai tutte le mamme perchè sei l’erba del buon sonno”.

La specie è diffusa in Europa e in Asia ed è naturalizzata anche in altri continenti. Cresce spontaneamente nei prati e in aperta campagna, diventa spesso invadente comportandosi come pianta infestante delle colture agrarie. Le foglie sono alterne e sessili, oblunghe. La lamina è bipennatosetta o tripennatosetta, con lacinie lineari molto strette. Il suo fusto è molto ramificato verso l’apice e ogni ramificazione porta sopra numerose infiorescenze, la parte che viene raccolta per le preparazioni curative e benefiche. L'infiorescenza è composta da due tipologie di fiori molto più piccoli: vi è una linea di fiori ligulati bianchi esterni che vengono scambiati per petali, e un insieme di fiori gialli a forma tubolare al centro. Il frutto è una cipsela.

La camomilla contiene principi attivi e nutrizionali: è ricca di flavonoidi, soprattutto apigenina, quercetina, rutina e luteolina. L'essenza è costituita dal camazulene, antinfiammatorio, da acidi fenolici e polisaccaridi. L'olio essenziale di camomilla contiene alfa-bisabololo, a cui vengono attribuite proprietà lenitive, calmanti, antibatteriche.

Per uso alimentare è talvolta impiegata, insieme alla lavanda, per aromatizzare dolci e liquori.

 

Foeniculum vulgare Mill. - Finocchio

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Apiales

Famiglia

Apiaceae

Il finocchio è una pianta spontanea, dal fusto ramificato; con foglie che ricordano il fieno, da cui il nome foeniculum. I fiori sono raccolti in ombrelle di piccoli fiori gialli. I frutti sono acheni, prima verdi e poi grigiastri.

Del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti, impropriamente chiamati "semi". La pianta possiede proprietà carminative e digestive, antispastiche del tratto gastrointestinale per la presenza di anetolo. E’ inoltre utile come sedativo nervoso. Ha proprietà antinfiammatorie e depurative. Contiene inoltre potassio, Vitamina A, Vitamina C ed alcune vitamine del gruppo B.

Il finocchio coltivato, o finocchio dolce, è una pianta annuale o biennale con radice a fittone. Si consuma la grossa guaina a grumolo bianco che si sviluppa alla base ed è forse uno degli ortaggi più diffusi nell’areale mediterraneo.

Il clima migliore per la sua coltivazione è temperato, ma più tendente al caldo che al freddo. In Italia si coltiva più o meno ovunque, soprattutto al Centro e al Sud, dove viene molto usato a fine pasto, per favorire la digestione.

Pare che i cantinieri prima di far assaggiare un vino, offrivano spicchi di finocchio perché le sue sostanze aromatiche rendono buono anche un vino scadente.

Pimpinella anisum L. - Anice

Dominio

Eukaryota

Regno

Plantae

Divisione

Magnoliophyta

Classe

Magnoliopsida

Ordine

Apiales

Famiglia

Apiaceae

L’anice verde è una pianta della famiglia delle Apiaceae con azione digestiva, utile come rimedio contro la tosse e ottima per aromatizzare dolci e liquori. L'anice arrivò dall'Oriente in tempi remoti e divenne subito una spezia molto gradita. Della pianta vengono utilizzati i piccoli frutti essiccati, dal sapore molto simile a quello del finocchio.

L’anice presenta foglie picciolate, alterne e discontinue, con caratteristiche che variano a seconda della posizione. L'anice verde ha piccoli fiori bianchi ermafroditi; Gli stami sono 5 e l'ovario infero. Il frutto è, come per le altre Ombelliferae, un diachenio. All'interno del frutto si trovano i canali resiniferi da cui si ricava l'olio essenziale.

La pianta possiede proprietà digestive, apprezzate già dai Romani che la utilizzavano alla fine dei banchetti più impegnativi. L'anice è inoltre carminativo e antispasmodico, per questo viene utilizzato per tisane e infusi digestivi e antigonfiore. Favorisce il rilassamento ed è spesso presente nei medicinali contro la contro la tosse. L'anice è inoltre stimolante e nell'antichità era considerato un potente afrodisiaco capace di risvegliare gli ardori sessuali e combattere l'impotenza.

L’anice spesso costituisce la base per liquori che vanno ad aromatizzare vari dolci, tra cui i famosi biscottini conosciuti come “anicetti”. Con l'anice vengono preparati liquori e digestivi dal profumo aromatico come l'Anisetta e la Sambuca. In Francia, i liquori con essenza di anice sono chiamati Pastis: la loro origine risale al 1905 quando le distillerie dovettero trovare una bevanda che sostituisse l'assenzio, messo al bando perché tossico.